Nel giorno venerdì 13 aprile si è riunita La Compagnia della Pagina. Durante la riunione i partecipanti hanno letto brani del Don Chisciotte dove finito il duello con il biscaglino DOn Chisciotte si ritrova con Sancio Panza con il quale ha un colloquio. Successivamente si è dibattuto l'argomento sulla soggettività della realtà. Unpartecipante ha citato un libro dell'astrofisico Stephen Hawking dove l'autore afferma che l'aspetto della realtà che ci circonda è una creazione del nostro cervello. Altri partecipanti esprimevano dubbi sull'esattezza di questa affermazione.
Hanno partecipato 👴👽😺😡😄👻😇
Aggiorniamo la biblioteca con l'introduzione di due nuovi link per leggere i libri.
BIBLIOTECA
Segnaliamo libri che compongono la biblioteca della Compagnia della Pagina.
Tali libri sono disponobili per gli aderenti alla Compagnia che li possono richiedere per leggerli
o imprestarli in lettura ai proprii amici.
Oggi presentiamo un libro che riteniamo utile alla formazione culturale delle persone.
"Il mondo di Parmenide" di KARL R. POPPER 1-C1
Alla scoperta della filosofia presocratica.
"La storia delle filosofia greca da Talete a Platone,
è splendida. Troppo splendida per essere vera. In ogni generazione trovi perlomeno
una nuova filosofia, una nuova cosmologia di sorprendente originalità e profondità. Come fu possibile ciò? Certamente, l'originalità e il genio sono insondabili.Ma si può tentare di gettarvi
un po' di luce. Quale era il segreto degli antichi? Ritengo che fosse una tradizione- la tradizione della discussione critica". Karl R. Popper
" Il paradiso perduto" di JOHN MILTON 2-C4
Il Paradiso Perduto ( titolo originale: paradise lost), pubblicato nel 1667, è il poema epico in versi sciolti (black verse) di John Milton che racconta l'episodio biblico della caduta dell'uomo: la tentazione di Adamo e Eva a opera di Satana e la loro cacciata dal giadino dell'Eden.
" Le Categorie" di ARISTOTELE 3-C4
La dottrina delle categorie costituisce uno dei capisaldi del pensiero aristotelico.
In essa, Aristotele fornisce il fondamento teorico di una concezione della realtà caratterizzata dal primato della sostanza individuale e della multivocità dell'ente. Partendo dalle definizioni di omonimia, sinonimia e paronimia, Aristotele traccia i presupposti per la formazione di colonne di predicati di cui le categorie costituiscono i più universali. Segue un elenco di dieci categorie e l'analisi di quelle della sostanza, della quantità, della relazione e della qualità.
" I Lirici Greci" tradotti da poeti italiani contemporanei 4-C4
Dal grande naufragio della poesia lirica greca emergono poche voci, ma decisive. Dicono parole essenziali, alate,potenti e giungono al cuore delle situazioni e dell'uomo. Non esiste idea, forma, passione intellettuale, tensione espressiva, in cui non si senta l'eco del loro canto sapiente. Saffo, " divina dolce ridente" la descrive Alceo, musa di un amore che è fuoco sottile, febbre, forza della natura cui nulla può resistere; Anacreonte raffinato e ironico cantore dell'aristocratico mondo del simposio; Ibico, nei cui versi gli effetti diventano emozione ambigua, conturbante. E poi Mimnermo, con il suo orrore per l'inesorabile vecchiaia; Teognide, con la sua inesausta ricerca dell'amicizia vera, di un incontro umano profondamente leale; Alcmane, maestro di cori fastosi eseguiti dalle nobili fanciulle di Sparta; Pindaro con i suoi 'voli' fulminei e imprevedibili... fino ai bizantini Agazia e Romano il Melode. Voci affiorate da papiri, da brandelli di pergamene, da citazioni di filosofi antichi e oggi riproposte in questa antologia nelle vibranti traduzioni di 87 poeti e scrittori contemporanei, da Mario Luzi a Gesualdo Bufalino, da Luciano Erba ad Alberto Bevilacqua, da Franco Loi a Vincenzo Consolo. Un grande affresco di dieci secoli di canto greco, dall'apologeo alla decadenza, in un confronto affascinante tra poesia classica e sensibilità moderna.
"La Repubblica" di PLATONE 5-C4
Tra le opere di Platone, e in particolare tra le opere politiche, la Repubblica occupa certamente un posto centrale. Trattato in forma di dialogo articolato in dieci capitoli, la Repubblica raccoglie infatti il nucleo della concezione del filosofo in ambito politico, che trova la sua massima espressione nel disegno della città-stato ideale. Come scrive Platone, nella società umana i mali non cesseranno finchè gli autentici filosofi non arriveranno al potere, o i capi degli Stati non si metteranno a filosofare veramente.
"Dialoghi" di PLATONE 6-C4
I Dialoghi platonici rappresentano la quasi totalità della produzione letteraria e filosofica di Platone: il suo corpus ne conta ben 34, a cui si aggiungono un monologo (Apologi di Socrate) e l'Epistolario.
Per quanto riguarda la scelta stilistica del dialogo come forma espositiva, è importante sottolineare come, in quegli anni, vi fossero tutte le condizioni per questa particolare scelta: da una parte, la sempre più vasta popolarità e fortuna della tragedia e della commedia, dall'altra il dialogare dei sofisti e di Socrate. Se non è dunque possibile sostenere che Platone sia stato il creatore del dialogo come genere letterario, è però verosimile che egli abbia colto la comune abitudine al dialogare e al porre quesiti, iniziando forse a stendere semplici questionari senza personaggi, affidando poi, in una seconda fase, alla figura di Socrate la funzione di protagonista di opere più strutturate e complesse.
"Biblioteca" di APOLLODORO 7-C4
La Biblioteca (attribuita anche se con qualche dubbio ad Apollonio, famoso grammatico ed erudito del II secolo a.C.) è la piu grande enciclopedia di mitologia greca dell'antichità, summa inesauribile di saghe e leggende di dèi ed eroi - dalle origini del mondo alla morte di Odisseo- che confluiscono in una selva di racconti e varianti derivati da fonti disperate: letterarie, poetiche e di tradizione folklorica. Un vero e proprio repertorio, dunque, uno strumento celebrato e indispensabile nel campo degli studi mitografici, al quale hanno attinto o si sono comunque ispirate tutte le trattazioni moderne. A quest' opera basilare uno dei padri dell'antropologia culturale James George Frazer, l'autore di Il ramo d'oro, dedicò nell'ultimo periodo della sua vita un amplissimo commento che contiene, oltre a una vasta messe di notizie erudite, osservazioni di natura etnografica , folklorica, storica e religiosa. Il presente volume propone, insieme alla versione italiana del testo greco e al commento di Frazer opportunamente aggiornato, l'appendice alla Biblioteca scritta da Frazer stesso, nella quale una serie di narrazioni che variamente si richiamano ai miti della grecità sono rivisitate, secondo i canoni della comparatistica, attraverso un intreccio di paralleli analogici e tematici con le mitologie di numerose civiltà tribali. Sono excursus magistrali, dove Frazer attinge alla sua imponente dottina antropologica. Non meraviglia dunque, che il commento ad apollodoro -come quello a Pausania- sia da molti considerato tra i più alti raggiungimenti dell'opera di Frazer.
"Satire" di GIOVENALE 8-SS5
Amaro, ironico, spietato con i potenti e solidale con i poveri, Giovenale fu un poeta sui generis. La ferocia delle sue invettive contro la Roma imperiale di Nerva e Traiano non ha riscontri nella letteratura del tempo. Le sue sedici Satire in esametri, raccolte in cinque libri, sono la denuncia più puntuale e vibrante di un mondo ormai avviato verso una lunga e inarrestabile decadenza. La derisione, il sarcasmo, l'odio contro le fazioni politiche e l'ipocrisia che le governa sono i temi che si rincorrono nei suoi versi, dando voce universale alla rabbia del cittadino impotente davanti al cinismo e alla corruzione. Niente e nessuno sfuggono ai suoi strali: i golosi, i viziosi, i perversi, i fanatici. La sua visione sarcastica della vita ha momenti di insolita acredine; lo stile che le dà vita è icastico e pungente. Una medicina non sospetta e corroborante che Giovenale, con la sfrontatezza del genio, continua a dispensare alle nuove generazioni, per affermare la vittoria dell'arte sulla prepotenza.
"satyricon"di Petronio Arbitrio 8-c4
Petronio è certo uno dei più enigmatici personaggi della lettereatura latina,e la sua identificazione è spesso incerta .
La carriera di proconsole in Bitinia,a cui fecepresto seguito quella di console a Roma .
Esaurito il mandato pubblico entro a far parte della stretta cerchia della corte neroniana, dissolutà e corrotta , dove presto divenne arbitro dell' eleganza, per il suo gusto ironico e irriverente,ed estremamente raffinato.
Presto cadde in disgrazia preso l' imperatore e nel 66 d.C. fu tra le vittime dell' ondata di repressiono neroniana.
Accusato di esere coinvolto nella cungira dei Pisoni preferì darsi la morte all' incertezza di una sentenza.
Il suo suicidio è narrato magistralmente da Tacito in una delle pagine più toccanti degli
Annali.
si puo leggere qui:
"Le tragedie" di SOFOCLE 9-C4
L'Edipo re, che si edifica in un suo meraviglioso e unico mondo, quasi nel vuoto: basandosi senza vacillare sulle macerie di tutte le umane certezze e di quell'unica che tutte le accoglie: la fede nel valore della vita. L'Edipo a Colono: un Edipo 'eroe' , fermo dinanzi alla 'soglia di bronzo' dell'Attica ospitale. Un padre cieco sorretto da una figlia giovinetta che gli è anche sorella. Ma questa realtà non è più violenza esterna, è già l'abito di una lunga intimità col dolore. Antigone, la libera coscienza che parla alla tirannide schiava di sè. E vince con la sua dialettica, il tiranno che l'uccide. Elettra che, come Antigone, rimarrà sola, in un dramma su cui incombe il senso dell'abbandono affranto. Le Tachinie, il racconto mitologico della morte di Eracle, dell'inconciliabilità dela sua vita con quelle della sposa Deianira. Filottete, il malato che soffre fino allo spasimo, abbandonato dai compagni a Lemno. La storia di un rapporto fra l'uomo e l'isola, fra l'uomo e il mare, fra l'uomo e l'antro. Aiace, in un altro scenario marino il torbido isolamento del folle nella stretta del suo male. Uno stato intermedio tra sonno e veglia, tra lucidità e follia, tra conscio ed inconscio. Giuseppina LombardoRadice presenta in questa sua traduzione, nata da una lunga obbedienza al testo e da una scelta antiaulica, le sette tragedie rimasteci di Sofocle, non seguendo la cronologia nella composizione, ma l'ordine degli argomenti, consentendo così una più facile lettura continua.
"Le storie" di ERODOTO 10- SS5
Le Storie di Erodoto raccontano in nove libri le origini e l'espansione dell'impero persiano e le guerre che opposero i greci e i persiani fino alla conquista ateniese di Sesto, nel 478 a.C. Nessuno, prima e dopo erodoto, ha mai saputo orchestrare così perfettamente una storia totale: i fatti politici, e militari, il folclore e le leggende, la geografia e i monumenti si equilibrano in quest'opera 'che respira l'immensità e la libertà degli spazi aperti'. La curiosità di Erodoto verso la totalità e la complessità dell'esistenza è insaziabile: lo vediamo osservare, conversare, porre domande, ascoltare, riflettere, paragonare, talvolta concludere. E poco importa capire cosa pensi e quale sia il suo punto di vista. Dobbiamo solo abbandonarci alle suggestioni delle sue immagini e all'incanto della sua prosa: al senso prodigioso della fluidità del tempo, allo scorrere del mondo e del racconto come, diceva Cicerone, un 'fiume quieto che si insinua nelle anse dell'animo umano e della Storia'.
"Vita pensieri testimonianze" di SOCRATE 11- SS5
"Anabasi" di SENOFONTE 12- SS5
Senofonte, vissuto nella Atene di Socrate, fu uno degli scrittori più amati dell'antichità per l'immediatezza e la duttilità della sua prosa, modello di stile per Cesare e Quintiliano. Il suo capolavoro, Anabasi, oggetto di ammirazione assoluta nel Rinascimento, continua a essere una delle opere più lette della letteratura greca. Vi si racconta la ' marcia verso l'interno', Anabasi appunto, voluta dal principe Ciro per impadronirsi del trono di Persia. Un episodio marginale, che Senofonte trasformò in un'epopeaindimenticabile, inaugurando un genere letterario: quello dell'autobiografia eroica. Fallita la spedizione per la morte di Ciro in battaglia, i diecimila soldati trovarono infatti in Senofonte non soltanto uno storico geniale ma uno stratega, che li guidò agli avamposti sul Mar Nero con una marcia di migliaia di chilometri. Anabasi è soprattutto la storia di quella leggendaria ritirata: un'odissea tra territori ostili e genti 'diverse' che ha il fascino di un romanzo d'avventure.
LE AVVENTURE DEL BARONE DI
MUNCHAUSEN di Rudolf Erich Raspe illustrate da Gustave Dorè
Il Barone di Munchausen è il campione
mondiale dei contafrottole. Le sue straordinarie avventure ci
incantano e ci fanno sorridere: il cinghiale che si imprigiona da sé
piantando le zanne in un tronco d'albero, il cavallo purosangue che
fa un balletto sul tavolo da tè senza rompere nemmeno una tazza, il
suono congelato nel corno del postiglione che si scioglie poi al
calore del fuoco, l'orso che esplode in seguito allo scontrarsi nelle
sue viscere di due pietre focaie, il viaggio sulla luna
arrampicandosi su una pianticella di fagiolo (<<pianta che in
Turchia cresce molto infretta, raggiungendo incredibili altezze>>),
il cavallo tagliato in due metà che poi si ricongiungono grazie a
dei germogli d'alloro, giustificano sempre l'assurdo con una
spiegazione naturale. Sembra che Raspe si sia ispirato a un
personaggio realmente esistito, e non esitiamo a crederlo, perchè fa
parte della natura dell'uomo ( come anche del bambino) di millantare
imprese o avventure che si sono solo sognate. Il Barone di Munchausen
è la massima rappresentazione di questa debolezza umana.
Ascoltiamolo con indulgenza: in fondo è
tanto divertente. Corredano questa edizione più di cento
illustrazioni di Gustave Dorè.
LA STORIA INFINITA di Michael Ende
Bastiano Balthazar Bux è un ragazzino
goffo, grassoccio soprattutto solo. E ha una grande passione:
leggere. In un giorno di pioggia, inseguito dai compagni che si fanno
beffe di lui, si rifugia in una vecchia libreria dove trova un volume
intitolato '' la storia infinita''. Il libraio non vuole venderlo, ma
l'attrazione per quel libro è tale che Bastiano lo ruba e ci si
immerge letteralmente: infatti scopre che proprio lui non è solo
spettatore delle meravigliose avventure che vi sono narrate, ma ne è
anche protagonista, chiamato a salvare i destini del mondo incantato
di Fantasia, con le sue mitiche creature e le sue città sospese.
Libro dentro al libro ''la storia infinita'' si anima quando Bastiano
entra nella vicenda in un gioco ingegnoso sul rapporto fra
immaginazione e realtà.
DON CHISCIOTTE DELLA MANCIA di
Miguel de Cervantes illustrazioni di Gustavo Dorè -C2
Don Chisciotte della Mancia è la più
importante opera letteraria dello scrittore spagnolo Miguel de
Cervantes Saavedra ed una delle più rappresentative della
letteratura mondiale. Vi si incontrano bizzarramente mescolati, tanto
elementi del genere picaresco quanto elementi del romanzo
epico-cavalleresco. Il pretesto narrativo ideato da Cervantes è la
figura dello storico Cide Hamete Benengeli, di cui Cervantes dichiara
di avere ritrovato e tradotto il manoscritto in arabo nel quale sono
raccontate le vicende di Don Chisciotte. Il protagonista della
vicenda, un uomo sulla cinquantina, forte di corporatura, asciutto di
corpo e di viso, è un hidalgo spagnolo di nome Alonso Quijano,
morbosamente appassionato di romanzi cavallereschi, alla letteratura
dei quali si dedica nei momenti di ozio. Le letture lo condizionano a
tal punto da trascinarlo in un mondo fantastico, nel quale si
convince di essere chiamato a diventare un cavaliere errante. Si
mette quindi in viaggio, come gli eroi dei romanzi, per difendere i
deboli e riparare i torti. Alonso diventa così il cavaliere Don
Chisciotte della Mancia e inizia a girare per la Spagna. Nella sua
follia, Don Chisciotte trascina con sé un contadino del posto,
Sancio Panza, cui promette il governo di un'isola a patto che gli
faccia da scudiero. Come tutti i cavalieri erranti, Don Chisciotte
sente la necessità di dedicare a una dama le sue imprese. Lo farà
scegliendo Aldonza Lorenzo, una contadina sua vicina, da lui
trasfigurata in una nobile dama e ribattezzata Dulcinea del Toboso.
Purtroppo per Don Chisciotte la Spagna del suo tempo non è quella
della cavalleria e nemmeno quella dei romanzi picareschi, e per
l'unico eroe rimasto le avventure sono scarsissime. La sua visionaria
ostinazione lo spinge però a leggere la realtà con gli occhi.
Inizierà quindi a scambiare i mulini a vento con giganti dalle
braccia rotanti, i burattini con demoni, le greggi di pecore con
eserciti di nemici. Combatterà questi avversari immaginari
risultando sempre sonoramente sconfitto, e suscitando l'ilarità
delle persone che assistono alle sue folli gesta. Sancio Panza,dal
canto suo, sarà in alcuni casi la controparte razionale del
visionario Don Chisciotte, mentre in altri frangenti si farà
conivolgere dalle ragioni del padrone.
Libro leggibile qui: https://files.acrobat.com/a/preview/e805d9a1-7b3c-4862-a17a-b053fb07ed67
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I PROMESSI SPOSI di Alessandro
Manzoni illustrato da Gonin - C2
Romanzo di un amore contrastato
nell'Italia del Seicento. I Promessi Sposi sono anche il sillabario
della nostra modernità: mettono alla prova i alori del
cattolicesimo, l'etica borghese, gli ideali risorgimentali, e per le
tecniche narrative che adoperano e la lingua viva che inventano
segnano un nuovo inizio per la letteratura italiana. Questa edizione
diretta da Francesco de Cristofaro e realizzata da un'èquipe
multidisciplinare di studiosi, offre una aggiornata panoramica sul
capolavoro manzoniano spaziando dagli aspetti lessicali e
interpretativi a quelli linguistici e stilistici. Il volume include
la Storia della Colonna infame e propone, per la prima volta, una
sistematica analisi delle illustrazioni di Gonin & Co. Che
scandiscono, secondo precisa regia manzoniana, l'edizione definitiva
del romanzo.
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IL LIBRO DEL CORTEGIANO di Baldassar
Castiglione
Il cortegiano è stato un libro
''europeo'', uno dei pochi della tradizione letteraria italiana a
conquistare una presenza forte e stabile, e soprattutto profonda,
nella cultura delle società dell'ancien règime. Si intreccia
strettamente con la storia della cuktura occidentale, anzi partecipa
alla costruzione della sua forma del suo modello, della sua immagine
pubblica. E' un testo problematico percorso da inquietudini e
reticenze, risultato di continue riscritture ( è composto tra il
1513 e il 1518), di tormentate stratificazioni: eppure diventa la
grammatica fondamentale della società di corte fino alla Rivoluzione
francese e oltre, con gli opportuni adattamenti al nuovo ordine
borghese.
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ENEIDE di Virgilio stampato
nell'istituto Salesiano Arti Grafiche – Colle don Bosco Asti
Narra la leggendaria storia dell'eroe
troiano Enea ( figlio di Anchise e la dea Venere) che riuscì a
fuggire dopo la caduta della città di Troia, e che viaggiò per il
Mediterraneo fino ad approdare nel Lazio, diventando il progenitore
del popolo romano.
DECAMERON di Giovanni Boccaccio
Se Dante è il fondatore della poesia
italiana, Boccaccio è il creatore della prosa italiana. Tutta una
società << sorpresa calda nell'atto della vita>> ( De
Sanctis) è stata raffigurata dalle cento novelle del Decameron.
L'immensa galleria di personaggi, situazioni, storie e intrecci viene
raccontata da Boccaccio con una presa diretta sulla realtà umana,
viva e concreta. La vita degli uomini e delle donne secondo un punto
di vista laico, moderno e terrestre scorre nelle dieci giornate del
libro dominata da tre forze: l'amore terreno, la fortuna e il denaro.
Il contenuto mondano si esprime nell'imediatezza della narrazione
orale che fa del Decameron un libro godibile ancora oggi. Questa
edizione, corredata da un puntuale apparato di note di Romualdo
Marrone, offre l'occasione di riscoprire un classico intramontabile.
Libro leggibile qui: https://files.acrobat.com/a/preview/ac19f3e0-c600-488f-979c-8fb32a4ff901
Il libro è stato scaricato dal sito liberliber.IL DESERTO DEI TARTARI di Dino Buzzati
Giovanni Drogo, tenente di prima nomina destinato a Forte Bastiani, si avvia alla meta con l'indefinibile presentimento che qualcosa nella sua vita stia portandolo a una totale solitudine. La fortezza, enorme, gialla, situata ai limiti del deserto, una volta regno dei mitici nemici, i Tartari, lo accoglie con la sua misteriosa imponenza. Il tenente Drogo viene contaminato da quel clima eroico di avidità di gloria, che sembra pietrificare, in un'attesa perenne, ufficiali e soldati.Tutti aspettano i nemici, che verranno dal Nord. Col passare degli anni il tenente Drogo "sente il battito del tempo scandire avidamente la vita", finchè la speranza rinnovata da ogni ombra della pianura verrà stroncata dall'estrema rinunzia: la morte che la dignità del soldato trasfigurata in solitaria vittoria.
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Il libro è stato scaricato dal sito liberliber.
ODISSEA DI OMERO
L'Odissea è uno dei testi fondamentali della cultura classica occidentale. In essa Omero è capace di comprendere nella vita di un uomo, Ulisse, tutto il mondo greco antico e,ponendosi come archetipo del romanzo, è pertanto divenuta una lettura ancor oggi imprescindibile per ogni studente e per chi desidera addestrarsi lungo il sentiero della conoscenza.Il libro offre un contributo a questo cammino, garantendo l'integralità della trama, la bellezza del verso poetico e un apparato che facilita la lettura del testo senza mai sostituirsi ad esso, suggerendo invece l'immedesimazione del lettore nei personaggi e negli avvenimenti narrati.
Per visualizzare il mio file, fai clic sul collegamento di seguito:
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ILIADE DI OMERO
La lettura dell’Iliade è un passo imprescindibile per chi si vuole, o si deve, addentrare nel mondo della letteratura, dell’arte, della civiltà occidentale. Da qui l’esigenza di apprestare uno strumento che salvaguardasse l’integralità della trama, la bellezza della versificazione, la fruibilità del testo. Ne è nata questa Iliade che alcuni insegnanti hanno curato per i loro studenti e che ora viene proposta a chiunque desideri essere accompagnato nella lettura dell’opera considerata uno dei classici sui quali si è formata la nostra cultura, condividendo un’avventura senza pari nell’affascinante, perché sempre vero, mondo omerico.
L'APOCALISSE di Giovanni:
Questo è un brevissimo riassunto dell’Apocalisse di Giovanni, ultimo libro del Nuovo Testamento. Il testo è probabilmente del 90 dopo Cristo e la tradizione cristiana ne identifica l’autore con l’apostolo Giovanni, il prediletto del Signore.
Dopo tre capitoli introduttivi, L’Apocalisse di san Giovanni si apre con la visione del Trono di Dio.
Colui che era seduto sul Trono aveva l’aspetto di una pietra ed intorno a Lui sedevano 24 anziani avvolti in candide vesti. Dal Trono uscivano lampi e tuoni.
Vicino al Trono vi erano 4 esseri viventi pieni di occhi sia davanti che di dietro.
Il primo aveva l’aspetto di un leone, il secondo di un vitello, il terzo di un uomo ed il quarto di un’aquila. Tutti e quattro gli esseri erano dotati di 6 ali ciascuno.
Colui che era assiso sul Trono aveva nella mano destra un libro a forma di rotolo, chiuso da 7 sigilli.
La visione continua con l’apparizione di un agnello dotato di sette corna e sette occhi che prende il libro sigillato dalla mano di Colui che siede sul Trono ed apre, uno alla volta, i 7 sigilli.
All’apertura del primo sigillo apparve un cavallo bianco con un cavaliere con in mano un arco.
All’apertura del secondo sigillo apparve un cavallo rosso fuoco e colui che lo montava aveva una grande spada ed ebbe il potere di togliere la pace dalla Terra.
All’apertura del terzo sigillo apparve un cavallo nero ed il suo cavaliere aveva in mano una bilancia.
All’apertura del quarto sigillo apparve un cavallo verde il cui cavaliere era la Morte, seguita da tutto l’Inferno, ed ebbe il potere di sterminare la quarta parte dell’umanità con la guerra, la peste e le carestie.
I personaggi di cui si parla in questi primi quattro sigilli, vengono comunemente chiamati i quattro cavalieri dell’Apocalisse.
All’apertura del quinto sigillo apparve tutta la moltitudine dei martiri che chiedevano giustizia e vendetta.
All’apertura del sesto sigillo vi fu un violento terremoto. Il Sole si oscurò e la Luna divenne rosso sangue. Una moltitudine di stelle si abbattè sulla Terra ed i cieli si ritirarono. Quattro angeli fermarono però la distruzione della Terra, perchè dovevano prima essere segnati con un marchio gli uomini che si sarebbero salvati. Alfine questi furono segnati ed erano 144.000.
All’apertura del settimo sigillo, apparvero 7 angeli con 7 trombe.
Allo squillo della prima tromba, piovvero sulla Terra sangue e fuoco. Un terzo della Terra fu bruciata.
Allo squillo della seconda tromba, una grande montagna di fuoco cadde nel mare.
Allo squillo della terza tromba, cadde dal cielo una grande stella. Essa si chiamava Assenzio.
Allo squillo della quarta tromba, furono colpiti da misteriosi oggetti il Sole e la Luna.
Allo squillo della quinta tromba, un astro cadde sulla terra che si aprì e da essa uscì un gran fumo che oscurò il cielo. Dalle viscere della Terra uscì una moltitudine di enormi cavallette che iniziarono a tormentare gli uomini. Esse avevano aspetto umano, con capelli di donna e denti da leone ed il rumore delle loro ali era assordante e spaventoso. Il loro Re era l’angelo dell’abisso, lo sterminatore.
Allo squillo della sesta tromba, furono liberati 4 angeli al cui seguito vi erano milioni di cavalieri che sterminarono un terzo dell’umanità ancora superstite, ma la restante umanità ancora viveva nella perdizione e nel peccato.
Allo squillo della settima tromba, si aprirono i cieli ed apparve l’Arca dell’Alleanza. Seguirono fulmini, tuoni, terremoti e tempeste di grandine.
A questo punto apparvero grandi segni nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era incinta e gridava per le doglie e per il travaglio del parto ed alla fine partorì un figlio maschio. A lei si oppose un drago mostruoso e scoppiò una guerra nel cielo. Michele e i suoi angeli combatterono contro il drago ed i suoi angeli, che alla fine furono precipitati sulla Terra.
Il drago precipitato sulla Terra si avventò contro la donna, ma essa riuscì a fuggire nel deserto.
Allora il drago fece uscire dal mare una bestia mostruosa con dieci corna e sette teste, col corpo simile ad una pantera, le zampe come quelle di un orso e la bocca come quella di un leone. Tutta l’umanità iniziò ad adorare la bestia ed il drago che le aveva dato il suo potere.
Dalla Terra uscì ancora un’altra bestia che operava grandi prodigi e convinceva l’umanità ad adorare la prima bestia che era uscita dal mare. Tutti coloro che rifiutavano di adorarla, vennero messi a morte, mentre agli altri fu imposto sulla fronte e sulla mano destra il simbolo della bestia, il numero 666.
La visione prosegue poi con l’apparizione dell’agnello, seguito dai 144.000 eletti che non avevano il segno della bestia, ma quello dell’agnello. Questi eletti non si erano contaminati con donne, erano vergini e seguivano l’agnello dovunque andava.
Apparvero poi, uno alla volta, degli angeli che invitavano a temere ed adorare il vero Dio, annunciavano la caduta di Babilonia, e profetizzavano che tutti coloro che avevano il marchio della bestia, avrebbero subito l’ira di Dio.
Dopo di ciò, apparve su di una nube bianca “uno simile ad un Figlio d’Uomo” che aveva una falce in mano ed una corona sulla testa ed iniziò a mietere la Terra.
Nel cielo apparvero poi altri 7 angeli che avevano sette flagelli, gli ultimi che avrebbe dovuto subire l’umanità, affichè fosse compiuta l’ira di Dio.
Col primo flagello, gli uomini che avevano il marchio della bestia e la adoravano furono colpiti da piaghe dolorose. Col secondo, il mare divenne color sangue è perì ogni forma di vita marina. Col terzo, avvenne lo stesso in fiumi e laghi. Col quarto, il Sole si surriscaldò e gli uomini cominciarono a bruciare. Col quinto, il regno della bestia fu avvolto da fumo ed oscurità. Col sesto fu prosciugato il fiume Eufrate ed infine col settimo flagello vi fu un terribile terremoto, quale mai si era visto sulla Terra ed una voce dal cielo disse: “E’ fatto!”.
Infine venne la fine della grande Babilonia, la grande prostituta, la madre di tutti gli abomini sulla Terra, che aveva le sembianze di una donna seduta sopra una bestia scarlatta, coperta di nomi blasfemi, con sette teste e dieci corna.
A questo punto, un angelo scese dal cielo con una grande catena e la chiave dell’abisso: egli afferrò il drago, lo precipitò nell’abisso e lo incatenò per mille anni.
Trascorsi i mille anni, il drago viene liberato e, con una moltitudine di seguaci guidati da due misteriosi personaggi, Gog e Magog, tenta l’ultimo assalto agli eletti, ma, alla fine viene definitivamente sconfitto da un fuoco disceso dal cielo.
L’Apocalisse termina con la visione dei “nuovi cieli” e della “nuova terra”.
Libro leggibile qui: https://files.acrobat.com/a/preview/32ca54d4-60a3-4ea6-a4ca-569f88e5be23
PETER PAN NEI GIARDINI DI KENSINGTON di James Matthew Barrie:
La vera storia di Peter Pan e della sua seconda vita nei giardini di Kensington dopo l'ora di Chiusura, quando le fate si scatenano e vanno al ballo, e tutto, proprio tutto può succedere. Per scoprire che tutti i bambini sanno volare, solo che crescendo se lo dimenticano.
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LE CONFESSIONI DI SANT'AGOSTINO di Aurelio Agostino
Le Confessioni di Sant'Agostino è
un libro davvero unico nel suo genere. Una grande lettura per conoscere
se stessi in modo davvero profondo. Il Santo in questione
"Sant'Agostino" è uno dei primi a far davvero sua la storia della Santa
Chiesa Cattolica Apostolica e Romana. Una lettura consigliata a tutti
coloro, che con fede vogliono capire le volontà del Signore nel proprio
cammino.
IL MAESTRO DI SANT'AGOSTINO di Aurelio Agostino
Un testo fondamentale per comprendere il pensiero pedagogico ed
educativo del nostro tempo. San’Agostino pone alcune domande centrali
per la formazione dell’uomo alla conoscenza e al sapere: come si
conosce? Come si accede al sapere? Quale rapporto esiste tra il docente e
il discente? Quali sono gli elementi con i quali si riconosce il vero
sapere?
Sant’Agostino offre al lettore moderno una preziosa riflessione utile
per aprirsi ad una dimensione pedagogica moderna: il sapere frutto della
rielaborazione autonoma del soggetto in formazione. Il linguaggio è la
forma con la quale il sapere si manifesta, diventando l’elemento
didattico per eccellenza.
Il De Magistro è stato composto nel 389, poco dopo la conversione; uno
degli ultimi scritti di Agostino in forma di dialogo: un’occasione in
cui il metodo dialettico per la formazione della persona viene
utilizzato e serve per riflettere sulla natura dell'apprendere e
dell'insegnare, e più esattamente chi può insegnare, chi è il maestro, e
se si può apprendere da un altro.
Agostino lega apprendimento e didattica in una più ampia dimensione
pedagogica e, in essa, con l’intero corpo dei saperi e con l’intera
natura umana: è centrale il processo educativo della persona.
Per Agostino il discente deve essere guidato dal “maestro” verso la
costruzione di sé e ciò non può prescindere dall’altro e dal rapporto
con il mondo, che è storia, società, cultura. Essa è dunque in primo
luogo capacità di relazione, in senso ampio (emotivo, affettivo,
cognitivo, umano), ma anche capacità di mutamento e trasformazione,
capacità di progettare se stessi in un continuo processo di
ricostruzione della propria storia personale. E’, dunque, formazione
della persona e assunzione di responsabilità: il soggetto dell’azione
non può fare a meno di ricordare e interpretare l’altro, se stesso ed il
mondo.
Il volume si competa con alcune riflessioni aggiuntive di studiosi
italiani che ci aiutano a comprendere la grandezza pedagogica ed
educativa di Sant’Agostino, offrendoci un quadro della modernità
dell’autore. Inoltre nel testo è contenuto un testo fondamentale: la
lettera apostolica di Giovanni Paolo II con la quale il Pontefice ha
voluto ribadire la grandezza di pensiero ed etica di Sant’Agostino, vero
faro per le generazioni a venire.
ATTRAVERSO LO SPECCHIO E QUELLO CHE ALICE VI TROVO' di Lewis Carroll:
Quel
mondo tra sogno e realtà, che i lettori più avveduti hanno saputo
gustare in " Alice nel paese delle meraviglie", ha qui un suo seguito.
Ma questa volta le avventure di Alice avvengono in un paese fatto a
guisa di scacchiera che si estende dentro uno specchio, abitato da
persone singolari- come Birillino e Birilletto, Coccodoro, la Regina
Nera e via dicendo - non certo inferiori al Cappellaio matto, al
Coniglio bianco e alla duchessa, nè meno divertenti nelle loro bizzarrie
e nelle loro follie.Del resto, proprio in quest'atmosfera impossibile,
in questo capovolgimento costante della realtà, consiste il grande
pregio del libro, vero capolavoro della letteratura infantile, perchè
l'autore- profondo conoscitore della psicologia dei bambini- ha saputo
rappresentare proprio in quel mondo che solo i bambini sanno vedere con
la loro fantasia. Inoltre Carroll, nel descrivere quel mondo, ha saputo
mescolare la sua istintiva vena poetica al tipico humor britannico, ed i
personaggi, gli ambienti, le cose del libro si propongono a noi come
abili caricature, simili ai personaggi, agli ambienti e alle cose reali
intravisti nei sogni sereni dell'infanzia.
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MIMI BLUETTE FIORE DEL MIO GIARDINO di Guido Verona
L`avventurosa parabola erotica di Mimi Bluette, al secolo Cecilia Malespano, ha inizio quando uno “studente in medicina” invero alquanto improbabile, coglie “la sua prima verginità” durante “una sera del mese d`Aprile”, e prosegue nella “Città immensurabile” di Parigi, ammaliata dall`intenso fascino della provinciale che decide di trasferirsi nella capitale francese, laddove suscita intensi desideri. La sua strada è costellata da una sequela di amanti che, però, non lasciano in lei alcuna traccia poiché quasi tutti privi di un significativo spessore individuale. Un bel giorno ella incontra Hilaire Castillo, del quale si innamora perdutamente: a partire da questo momento, la sua vita subisce un mutamento radicale che la spingerà ad attraversare l`Africa alla ricerca dell`uomo misteriosamente scomparso. Tale metamorfosi, che culminerà in un gesto estremo, viene raccontata in pagine dense di grande pathos dalle quali emerge l`abilità narrativa dell`autore, lungamente ed ingiustamente negata da corrucciate schiere di critici. Il romanzo, che fu pubblicato per la prima volta nel 1916, riscosse un larghissimo consenso di pubblico dovuto anche alla capacità daveroniana di mescolare sapientemente amore, morte ed eroismo.
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SCIOGLI LA TRECCIA MARIA MADDALENA di Guido da Verona
La peccaminosa Madlen, personalissima trasfigurazione del personaggio di Maria Maddalena, al tempo creò un enorme scandalo. Un ciclone di critiche si abbatté sull’opera definendola immorale e pornografica. Esagerazioni dell’epoca. Dietro il lusso dei casinò, dei cocktail nei locali eleganti, della vita mondana, della ricerca di sensazioni forti come la corrida, Guido da Verona descrive, da profondo conoscitore dell’animo umano e in particolare di quello femminile, i turbamenti della ricerca amorosa, della passione, della sensualità. L’itinerario sessuale, che non esclude saffici amori tra maliarde e la riduzione degli uomini a meri ornamenti, troverà il culmine in una mistica tappa a Lourdes che segnerà l’inizio di un nuovo cammino.
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LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE di Guido Gozzano
Furbizia, rispetto per la natura e per gli animali, coraggio e un pizzico di magia sono gli ingredienti fondamentali di queste splendide favole in cui gli eroi e le eroine si fanno strada in un mondo popolato di fate e gnomi danzanti. Queste fiabe sempre attuali appartengono al mondo della fantasia e vivono nella magica dimensione del sogno, in cui castelli stregati, tovaglie incantate e bellissime principesse si uniscono in un colorato caleidoscopio di coraggiose avventure e ardue imprese. Gozzano racconta queste tenere novelle con l’allegria di un fanciullo cantastorie, insegnandoci con le “splendide nozze” finali che il bene prevale sempre sul male.
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IL GATTOPARDO di Tomasi di Lampedusa
Siamo in Sicilia, all’epoca del tramonto borbonico. È di scena una famiglia della più alta aristocrazia isolana, colta nel momento rivelatore del trapasso del regime, mentre già incalzano i tempi nuovi. Accentrato quasi interamente intorno a un solo personaggio, il principe Fabrizio Salina, il romanzo ci offre un’immagine della Sicilia viva, animata da uno spirito alacre e modernissimo, ampiamente consapevole della problematica storica, politica e letteraria contemporanea. Tradotto in tutte le lingue, Il Gattopardo è ormai un classico della nostra letteratura.
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